Se fossimo negli Stati Uniti forse non dovremmo nemmeno spiegare cos’è il ghost writing e a cosa serve. Un mercato, quello americano, in cui esistono già moltissime realtà strutturare che offrono questo servizio. In Italia ci siamo ma ancora non si sono raggiunti dei livelli così importanti, anche se siamo sulla strada giusta.
Vediamo allora cos’è questa attività e a cosa potrebbe servire. Specie in ambiti aziendali ma anche personali o professionali.
Ghost writing, un’attività preziosissima
Innanzitutto dobbiamo chiarire chi è e cosa fa il ghost writer. Lo ”scrittore fantasma”, per tradurla in termini semplici, è colui che mette in una forma editoriale (definizione in questo caso generalista) ciò che un committente gli richiede. Che sia un libro, un testo tecnico o un semplice post social. Gli ambiti di applicazione sono moltissimi e tutti con un minimo comun denominatore: dalla mente del committente alla carta (o al web).
Occorre chiarire, ancora, che chi si occupa di ghost writing scrive contenuti per altri, e non per sé. La firma sul contenuto stesso sarà sempre quella del committente e, se non sussistono accordi diversi in tal senso, è tenuto a non rivelare per chi ha prodotto i contenuti e il suo nome non compare nella pubblicazione.
Come funziona
Il ghost writer produce contenuti di vario tipo su richiesta della committenza. Che sia una storia, un racconto o una presentazione, la metodica può variare sensibilmente da professionista a professionista. Ma il cuore dell’attività è sempre nell’ascolto del committente, nella comprensione del suo modo di essere. Perché sarà quello il segreto: il committente dovrà emergere nettamente e chiaramente dal testo.
Sono dunque fondamentali colloqui che vertano non solo sul contenuto effettivo ma anche e soprattutto sul ”tone of voice” da usare e, cosa fondamentale, sul modo di esprimersi che il ghost writer dovrà adattare ad una corretta elaborazione del contenuto in questione.
Motlo più semplicemente, se un cliente non usa determinati elementi o espressioni lessicali, sarà cura di chi opera in ghost writing usarli o meno. E integrarli correttamente, possibilmente impreziosendo il testo personalizzandolo sulla forma mentis del cliente.
Ghost writing: argomenti e settori
Ma su quali settori può si può scegliere di servirsi di un ghost writer? Di cosa può scrivere un ghost writer? Potenzialmente di tutto, perchgé un altro requisito decisivo è la formazione. Mettiamo che un committente chieda di redigere un testo a carattere tecnico, ad esempio sportivo.
Starà al ghost writer effettuare un percorso di approfondimento in quel settore specifico, studiandone lessico e specifiche costruzioni concettuali. Che poi andranno saggiamente adattate e plasmate sul committente e il suo modo di esprimersi.
Formati e contenuti
Potenzialmente, come per i settori di interesse, non esiste formato che il ghost writer non possa andare a soddisfare. Anche perché concordandosi con il committente e chi fisicamente produce il contenuto (se non si tratta di pubblicazioni web e/o social) sarà possibile capire spazi e modalità di inserimento.
Rivista di settore, giornale, social, libri e qualsiasi altro formato sono alla portata del ghost writer esperto. Che conosce tempi e modi, e soprattutto sa come dosare spazi e concetti. Perché il ghost writing è, nella sostanza, un’arte e come tale necessita di esperienza multitematica e multisettoriale, conoscenza del cliente e dei suoi desiderata, lasciando il giusto spazio alla propria creatività.
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