Eventi e congressi, il settore più colpito dagli effetti della pandemia da Covid 19. Il 2020 e, come a breve i dati certificheranno, il 2021 hanno segnato una crisi epocale per un comparto che da solo conta un indotto diretto sul Pil di oltre 36 miliardi di euro e occupa circa 570mila addetti. Basti ricordare che, come spiegava il Sole24ore, la meeting industry nel 2020 ha visto ridursi i ricavi dell’80% a causa delle cancellazioni di eventi già prefissati: una perdita totale pari a 28,5 miliardi di euro.
Eventi e congressi: un anno difficile
Il 2021 è ancora in fase di analisi, ma di certo i numeri che emergeranno non si discosteranno molto da quanto emerso nel 2020, visto che continuano a susseguirsi le cancellazioni di eventi già programmati anche nel 2023. E questo è un campanello d’allarme che non può e non deve essere sottovalutato.
Temporalmente, infatti, dopo un periodo di relativa ripartenza coincidente con il periodo primaverile-estivo, si è notato un passo indietro importante verso il mese di Novembre, con notizie di cancellazioni di eventi praticamente ovunque sui social e sul web. Insomma, la crisi non è per nulla finita e occorre capire quanto ancora farà sentire il suo peso sulle aziende e sui lavoratori di eventi e congressi.
Virtuale e digitale
Il virtuale e gli eventi digitali sicuramente hanno aiutato, e diverranno modalità stabile seppure in forma ibrida, ma non sono stati e non possono essere la soluzione ad una crisi così profonda e duratura. Specie per un comparto, quello degli eventi, che continua a fare della dimensione ”fisica” il vettore principale di interesse.
Non resta dunque che attendere i dati relativi al 2021, cercando di comprendere quanto e come un comparto messo a dura prova saprà ancora essere resiliente rispetto alle difficoltà.